L’intervista della Gazzetta di Sicilia ad Antonino Randazzo, consigliere comunale e capogruppo, figura di spicco a Palermo e in Sicilia del Movimento 5 Stelle. Tanti i temi trattati, dall’attuale amministrazione comunale al futuro del Movimento in un periodo di grande cambiamento, nella città così come in tutto il Paese.
Come valuta i primi 2 anni e mezzo di amministrazione Lagalla?
“Non buona. Restano irrisolti tanti temi che riguardano la nostra città: dalla gestione del verde ai rifiuti alla mobilità sostenibile. Le periferie restano abbandonate. Non c’è ad oggi una visione di insieme su come si voglia rilanciare la quinta città d’Italia“.
In questi anni come è cambiata Palermo?
“E’ migliorato in parte solo il centro storico. Ricordo le barricate quando si decise di pedonalizzare alcune vie principali della città. Oggi i cittadini ed i turisti apprezzano passeggiare in via Maqueda“.
Come si immagina il futuro del M5S, a livello nazionale e cittadino?
“Abbiamo gettato le basi per un nuovo percorso deciso insieme ai nostri iscritti. Un percorso progressista e popolare dove mettiamo al centro della nostra agenda politica i reali bisogni delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Restiamo un Movimento che prosegue nelle battaglie sulle legalità, sulla trasparenza e la lotta alla mafia e il segno di questo e’ certamente avere convinto ed eletto persone di grande spessore come Scarpinato ed Antoci. A Palermo stiamo lavorando insieme alle forze di sinistra e progressiste per offrire una alternativa nel 2027 al governo di centro destra. Siamo una forza matura che si propone per essere forza di governo a Palermo dal 2027“.
Qual è la sua opinione sul nuovo reddito di povertà presentato dal governo regionale?
“Il reddito di povertà una mancetta elettorale ma anche il segnale che forse qualcuno nel centro destra siciliano ha compreso i danni fatti dal Governo Meloni con la eliminazione del reddito di cittadinanza che ha lasciato in povertà tanti cittadini fra i 50 e 59 anni”.
Con la fine del reddito di cittadinanza, com’è cambiato il modo di vivere della fasce più basse della città?
“L’eliminazione del reddito di cittadinanza è stata una manovra politica del centro destra per colpire quanto di buono aveva fatto il Movimento 5 Stelle. A pagarne le conseguenze tanti cittadini siciliani che con il rdc avevano acquistato una propria dignità e potevano finalmente dire no a lavori sottopagati ed in nero. Quello di cui poco si parla è che molti cittadini palermitani per sopravvivere e per bisogno accettano lavori spesso sottopagati e non in regola”.
Cosa si auspica da politico e da cittadino per questo 2025 per Palermo?”
Da politico auspico che grazie alla riorganizzazione interna voluta dalla base insieme al nostro Presidente Conte possa crescere il radicamento territoriale e nei tanti comuni siciliani. Per Palermo di superare la grande emergenza rifiuti e affrontare il tema della marginalità sociale ed economica delle periferie“.